L’Italiano Popolare, Il gergo, italiano burocratico e le lingue speciali

L’italiano popolare è l’espressione linguistica propria degli incolti e dei cosiddetti semicolti. Bisogna distinguere in analfabetismo di ritorno o analfabetismo funzionale, ovvero, la sostanziale incapacità a comporre un testo, pur breve ed elementare, relativo ad eventi di pubblico dominio.

Caratteristiche a livello grafico:
– Incertezze grafiche : punteggiatura incoerente o del tutto assente
– insicurezza nell’uso delle maiuscole
– uso errato di h e di q
– oscillazioni nelle rappresentazioni delle palatali – segmentazioni erronee
– scrittura delle consonanti scempie e doppie
Ipercorrettismo = sostituzione di forme falsamente ritenute scorrette per analogia con altre che di fatto lo sono.
Caratteristiche a livello fonico (sono quasi tutte il riflesso di abitudini dialettali):
– pronuncia molto marcata in diatopia
Caratteristiche a livello morfologico:
– nell’articolo, estensione delle forme un e il/i davanti a x e s preconsonantica (dai zii, un spazio)
– nel pronome, l’uso del ci con valore di dativo maschile e femminile, singolare e plurale, e il possessivo suo
riferito alla terza persona plurale
– nell’aggettivo, le formazioni irregolari del comparativo e del superlativo
– nel sostantivo, la ricostruzione di paradigmi estranei alla norma, che obbediscono per lo più alla ricerca di
una maggiore trasparenza nell’individuazione del genere
– per il verbo, ci sono diverse riformulazioni analogiche: facete, dicete, venghi…
Caratteristiche a livello sintattico:
– incertezze nell’uso delle preposizioni
– ampiezza d’uso del che polivalente e dei temi sospesi
– il periodo ipotetico è espresso con doppio condizionale e con doppio congiuntivo imperfetto
Caratteristiche a livello lessicale:
– impiego delle stesse voci generiche che costellano il parlato e di alcune voci pure di ampia polisemia
– scambio di suffissi e la loro cancellazione
– affioramento dei malapropismi (storpiature erronee di voci che sono ricondotte ad altre più note)

Il gergo è la lingua propria di alcuni gruppi di persone ai margini della società, che ne fanno uso all’interno della loro cerchia, con la finalità primaria di promuovere il senso di appartenenza al gruppo, con il risultato di escludere dalla comprensione gli estranei. Il gergo oltre che di natura storica di alcuni ambienti ancora presenti, può essere anche transitorio con le stesse funzionalità prima citate in ambienti quali carceri, collegi e caserme.

L’Italiano burocratico ha la funzionalità di essere la lingua degli uffici che si rivolge ad un pubblico più eterogeneo. Le caratteristiche di tale linguaggio sono:

Caratteristiche a livello lessicale
– L’italiano burocratico abbonda di sinonimi pretenziosi e talora del tutto peregrini: frequente è il ricorso al latino
– locuzioni sovrabbondanti
– sostantivi deverbali di grado zero (nomi assunti da basi verbali senza alcun suffisso)
– forme ormai antiquate
– congiunzioni per la maggior parte estranee agli usi comuni
Caratteristiche a livello sintattico
– sequenza cognome – nome
– posposizione del numerale (di anni 35)
– futuro deontico (che esprime un dovere, un obbligo)
– frequenza di participi presenti e con valore sostantivale e verbale

Le lingue speciali accomunano i linguaggi tecnico-scientifici, quelli delle discipline umanistiche, dei mass media, delle pubblicità ecc… La loro caratteristica più pertinente consiste non nel riferimento a un argomento specialistico, ma nella specificità del canale di trasmissione. Tutte le lingue speciali si possono realizzare in una vasta pluralità di registri, differenziandosi al loro interno secondo il parametro della diafasia. La variazione diafasica delle lingue speciali è circoscritta verso il basso per le scienze più sistematiche e codificate e verso l’alto per quelle attività sociali che non cataloghiamo nell’ambito delle discipline scientifiche. Il lessico delle lingue speciali è caratterizzato dalla monosemia. La corrispondenza tra parola e significato è di norma
biunivoca, nel senso che non solo i significanti delle lingue speciali hanno un solo significato, ma che anche i
significati sono rappresentati da un solo significante.

L’italiano standard indica sostanziale stabilità, garantita dalla codificazione grammaticale nei vocaboli. In quanto standard una lingua ha funzione unificatrice e al tempo stesso separatrice, simboleggiando un’identità nazionale diversa dalle altre.

Lo standard parlato è posseduto solo da un numero ristretto di parlanti, un’élite di intellettuali, o di gruppi professionali specifici (attori, doppiatori…) che abbiano seguito corsi di dizione. Si attribuisce valore di pronuncia standard al cosiddetto fiorentino emendato. La conquista di un italiano standard scritto è conseguita da settori assai più consistenti della popolazione e lo scritto è più diffuso del parlato.

Per concludere facciamo riferimento anche alle linee di tendenza perché una lingua standard è stabile ma non immobile, vive una situazione di dinamismo in continua evoluzione.

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