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5 momenti indimenticabili nella storia del Festival di Sanremo

 

Se c’è qualcosa in grado di attirare l’attenzione su di sé, nel bene o nel male, quello è il Festival di Sanremo. Che lo si guardi o meno, che lo si ami oppure no, è impossibile non sentirne parlare.

Dalla sua prima edizione (nel 1951) ad oggi, ha saputo regalare momenti di emozione, imbarazzo, divertimento, in alcuni casi al limite del trash. Momenti entrati a far parte della memoria collettiva e che, in un’epoca dominata dai social network, vengono periodicamente riportati in auge.

E mentre siamo qui, in attesa della finale, cercando di capire se Anna Oxa abbia veramente lanciato un bicchiere d’acqua contro Madame, ecco 5 momenti indimenticabili nella storia del Festival di Sanremo.

1984 – Queen vs playback

È senza dubbio entrata nella storia del Festival di Sanremo (non in termini positivi) l’ospitata dei Queen durante la 33° edizione, condotta da Pippo Baudo. Erano anni in cui la prassi voleva gli artisti esibirsi in playback. Una cosa inaccettabile per la rock band che fu, nonostante ciò, obbligata a sottostare al volere di mamma Rai.

Freddie Mercury diede, quindi, vita ad una ribellione in piena regola, tenendo lontano il microfono durante la performance e cercando il più possibile di mettere in mostra la non veridicità dell’esibizione.

Una vera e propria figuraccia da parte della Rai e un’occasione persa per ascoltare live uno dei mostri sacri della musica rock.

 

 

1986 – il finto pancione di Loredana Bertè

La seconda chicca sanremese risale al 1986. Durante quell’edizione, un’audacissima Loredana Bertè fece capolino sul palco dell’Ariston per eseguire il suo brano “Re”, in gara al Festival. Nulla di strano, se non fosse che lei e  le sue due ballerine indossavano finte pance da gravidanza sotto vestiti alquanto attillati.

Oggi un gesto simile sembrerebbe una bazzecola, ma all’epoca rappresentò uno scandalo, tanto da spingere l’etichetta discografica della cantante a revocarle il contratto.

“…Volevo dimostrare che una donna quando è incinta non è malata ma è ancora più forte” avrebbe affermato in seguito l’ artista, dichiarandosi non pentita della sua decisione.

2010 – La rivolta dell’orchestra

A distanza di 13 anni, in molti ancora ci chiediamo come abbia fatto il trio composto da Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici a conquistare il secondo gradino del podio sanremese.

Ognuno ha i propri gusti, per carità, ma il presentimento di qualche irregolarità nei voti si era a, quel tempo, diffuso a macchia d’olio tra gli spettatori e non solo (anche il Codacons intervenne per fare chiarezza) . Ci pensò l’orchestra ad esprimere le perplessità collettive durante la serata conclusiva. All’esclusione di Malika Ayane dalla top 3, i musicisti iniziarono a fischiare e lanciare gli spartiti in segno di protesta.

Non fu semplice per la conduttrice, Antonella Clerici, ristabilire l’ordine in sala.

2012 – la farfallina di Belén Rodriguez

Correva l’anno 2012 quando Belén Rodriguez, che affiancava Gianni Morandi nella conduzione della prima serata del Festival, fece quella famosa sfilata di cui ancora si ha memoria. Cinta da un abito bicolore con uno spacco decisamente profondo, scese le scale dell’Ariston lasciando intravedere un tatuaggio nella zona inguinale a forma, appunto, di farfalla.

2020 – La lite tra Bugo e Morgan

Entrato di diritto nel nostro patrimonio trash, tra i momenti indimenticabili nella storia del Festival di Sanremo non può mancare il siparietto di Morgan e Bugo durante la prima delle edizioni condotte da Amadeus.

Reduci da un pesante litigio, durante la quarta serata della kermesse sonora, Morgan cambiò il testo del duetto con Bugo, attaccando palesemente il collega. Risultato? Bugo abbandonò il palco, l’esibizione fu interrotta ed il duo squalificato dalla gara. Pare che Amadeus abbia cercato Bugo per tutto l’Ariston al termine della competizione.

La cosa più singolare, in tutto ciò, è che in pochi ricordano la versione originale della canzone (Sincero). Per buona parte di noi rimane e rimarrà per sempre “Le brutte intenzioni”.

Una scena epica insomma, che ancora suscita molta ilarità sui social e che è diventata il simbolo dell’ultimo Sanremo pre-covid.

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