Le specie aliene invasive: un fenomeno che preoccupa sempre di più

Le specie aliene

Iniziamo con una premessa: le specie aliene non hanno niente a che vedere con strane creature provenienti dallo spazio. Tutto il contrario! In ambito scientifico, infatti, con questo appellativo si fa riferimento a specie (animali, vegetali ecc.) che l’uomo, in modo volontario o meno, trasporta in aree diverse rispetto a quelle in cui abitualmente vivono.

Un fenomeno che, in un mondo sempre più globalizzato, è in preoccupante crescita. Secondo quanto riportato dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), infatti, alcune di queste specie (definite invasive) sono una delle principali cause di perdita di biodiversità, con ricadute negative anche sull’economia e il benessere umano.

Una specie aliena non è, quindi, automaticamente invasiva ma lo diventa quando, grazie a particolari caratteristiche biologiche o condizioni ambientali favorevoli, risulta più competitiva rispetto alle specie autoctone, riuscendo a diffondersi facilmente.

Come si diffondono le specie aliene?

Le specie aliene possono giungere in un nuovo territorio in vari modi. Le piante e gli animali vertebrati sono prevalentemente introdotti dall’uomo in maniera intenzionale (piante ornamentali, animali domestici particolari, pesca sportiva ecc.). Può succedere che alcuni di questi esemplari riescano a “fuggire” o vengano liberati in natura, con il rischio di dar vita a vere e proprie invasioni.

Per quanto riguarda invertebrati, funghi, alghe e altri microrganismi, il trasporto è per lo più accidentale ed è dovuto soprattutto al commercio internazionale (alcune specie, infatti, riescono a “contaminare” le merci o ad attaccarsi alle chiglie delle navi). Anche la plastica, sempre più abbondante negli oceani, ha un ruolo in tal senso, formando delle zattere molto resistenti in grado di trasportare gli organismi anche per migliaia di chilometri.

Un ulteriore contributo alla diffusione delle specie aliene arriva, inoltre, dall’apertura artificiale di canali. Un esempio lampante è il Canale di Suez, la cui creazione ha messo in contatto Mar Rosso e Mar Mediterraneo. L’opera ha favorito non solo il commercio ma anche la migrazione di organismi marini tropicali verso il nostro mare, mettendone a rischio l’equilibrio.

Le specie aliene invasive in Italia: alcuni esempi

Avete presente le zanzare tigre? Questi esserini che in estate non ci lasciano tregua, vennero importati accidentalmente in Europa tra gli anni ’70 e ’90, diffondendosi rapidamente in molti paesi del continente. Le loro punture, oltre ad essere estremamente fastidiose, possono causare in alcune persone reazioni allergiche anche gravi. Ma non è finita qui, perché le zanzare tigre fungono da vettori di agenti patogeni e possono, di conseguenza, trasmetterci alcune tipologie di malattie.

Le nutrie, ben conosciute dagli abitanti della Pianura Padana, non sono originarie del nostro territorio. Native del Centro America, furono introdotte in Italia come animali da pelliccia. Un business che, però, non fu particolarmente duraturo. Gli allevatori, una volta chiuse le aziende, liberarono i roditori rimasti, così da evitare i costi di abbattimento. Grazie alla loro notevole capacità di adattamento e robustezza fisica, le nutrie riuscirono in un batter d’occhio ad aumentare la loro popolazione, colonizzando diversi ambienti acquatici. Tuttavia, la loro presenza non passa di certo inosservata. Al contrario, oltre a distruggere gli argini fluviali, questi animali rappresentano una seria minaccia per la fauna acquatica e le colture agricole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anche nel mondo vegetale troviamo specie che rientrano a pieno titolo tra quelle invasive. Un esempio è l’Acacia saligna, proveniente dall’Australia occidentale e diffusa oggi anche in Italia, in particolar modo nelle regioni del sud. Questa pianta, che può raggiungere un’altezza di 9 metri, potrebbe sembrare innocua. In realtà costituisce una minaccia per gli habitat dominati dal ginepro.

Contrastare il fenomeno: il progetto Life ASAP

Quelli citati sono solamente alcuni dei tanti esempi possibili. Secondo quanto riportato dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), nel nostro paese sono presenti più di 3.000 specie aliene, di cui il 15% sono invasive, con un incremento del 96% negli ultimi 30 anni. Organismi che contribuiscono ad alimentare il salatissimo conto che l’Unione Europea affronta ogni anno a causa delle invasioni biologiche. Una cifra che ammonta a decine di miliardi di euro.

Da tempo i biologi chiedono azioni politiche più incisive per contrastare il fenomeno. Oltre ad una migliore gestione delle specie aliene già presenti sul territorio, è indispensabile aumentare la prevenzione, così da limitare l’introduzione di nuovi esemplari potenzialmente invasivi.

A tal fine è stato lanciato il progetto europeo Life ASAP (Alien species awareness program), cofinanziato dalla Commissione Europea. Il primo obiettivo dell’iniziativa, coordinata dall’ISPRA, è quello di sensibilizzare la cittadinanza italiana, così da scoraggiare quei comportamenti che alimentano le invasioni di specie aliene (come per esempio la liberazione di esemplari in natura). Una campagna informativa in piena regola, rivolta a tutti coloro che sono a vario titolo coinvolti nella questione (commercianti di animali, pescatori, vivaisti ecc.) ed in generale a tutta la popolazione.

Capire l’importanza di questa tematica non solo promuove la diffusione di buone prassi, ma rende anche più comprensibili gli interventi per il controllo numerico di certe popolazioni, che in alcuni casi sono purtroppo inevitabili.

Il secondo obiettivo mira, invece, a rendere più efficace la gestione delle specie aliene invasive già presenti da parte degli enti pubblici preposti, grazie alla piena attuazione del regolamento europeo in materia (EU 1143/2014).

 

 

 

Rispondi

Scopri di più da MieNewsBlog

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading