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Il lato oscuro delle fiabe

Le fiabe arrivateci oggi tramite le rielaborazioni delle più celebri case editrici e produttrici come Disney e Pixar hanno un lato oscuro in origine ma dal principio nobile. Per esplorare questo lato misterioso, dobbiamo rivolgerci a due autori chiave: Giambattista Basile e Charles Perrault.

Giambattista Basile e Charles Perrault: Due Visioni Diverse

Giambattista Basile, scrittore napoletano del XVII secolo, è l’autore del celebre “Lo Cunto de li Cunti”, noto anche come “Pentamerone”. Quest’opera raccoglie cinquanta fiabe raccontate da dieci donne anziane nell’arco di cinque giorni. Basile non si rivolgeva solo ai bambini, ma intratteneva le corti aristocratiche con narrazioni spesso crudeli e macabre. La sua abilità da scrittore era riconosciuta talmente tanto che veniva definito “Il Boccaccio Napoletano” per via del suo stile simile al Decameron. Una delle sue fiabe più famose è “Zezolla”, una versione primitiva della storia di Cenerentola, che tratteremo dopo.

Nel 1600, in Francia, Charles Perrault pubblicò Contes de ma mère l’Oye (I racconti di mamma Oca), una raccolta di fiabe popolari. Perrault probabilmente raccoglieva le fiabe italiane di Basile, rendendole più adatte a un pubblico infantile. Le sue opere, come Cendrillon (Cenerentola) e La Bella Addormentata nel Bosco, sono famose per la loro magia e meraviglia. Tuttavia, anche Perrault celava un lato oscuro nelle sue fiabe, sebbene in modo più sottile.

Prima di andare a scoprire il lato oscuro di queste fiabe, bisogna sottolineare il perché abbiamo introdotto questi scrittori. Entrambi gli autori hanno contribuito al patrimonio delle fiabe, ma con prospettive diverse. Basile, con la sua crudezza e realismo, ci ricorda che le fiabe non sono solo per i bambini. Perrault, d’altra parte, ha reso le fiabe più dolci e adatte ai piccoli. In entrambi i casi, il lato oscuro persiste, questi dettagli possono rappresentare la dura realtà della vita o servire come avvertimento contro comportamenti negativi. Sicuramente il lato più interessante è quello di avvertire i bambini anche dei pericoli del mondo, come ad esempio Cappuccetto Rosso dove il Lupo può essere visto come un predatore sessuale.

Il Lato Oscuro di “Cenerentola”

Cenerentola è una vittima silenziosa, ma il suo spirito non è spezzato. La sua figura è spesso associata alla gentilezza e alla pazienza ma il suo destino è segnato dall’abuso e dalla sofferenza. La matrigna e le sorellastre la trattano come una serva. Questa situazione però nella fiaba originale è ben peggiore, la matrigna di Zezolla non solo la maltratta, ma addirittura le taglia le dita dei piedi per farle calzare la scarpetta di cristallo. Anche la Fata Madrina nella storia che conosciamo tutti ha una magia “ambigua”, concedendo il sogno a Cenerentola ma con una scadenza, ricordandoci che ogni dono ha un prezzo. Nella versione originale di Basile, la Fata è una gatta magica che le concede i desideri ma ogni notte si nutrirà del suo sangue, dettaglio che riflette la dura realtà delle donne nell’epoca di Basile, costrette a sacrifici per sopravvivere.

Il Lato Oscuro de “Il Gatto con gli Stivali”

Il felino nella fiaba di Basile si chiama Cagliuso e a differenza della versione moderna, dove il gatto usa le sue abilità per aiutare il padrone, nella versione storica, il gatto le usa spesso anche a suo vantaggio, facendo risaltare di più il suo lato egoistico. Questo gatto non è solo un compagno fedele, ma anche un abile manipolatore. Cagliuso non esita a ingannare e a sfruttare gli altri per raggiungere i suoi scopi. La sua astuzia e la sua sete di potere sono evidenti. Nella versione di Basile infatti, alla fine la gatta dovrà fare i conti con l’ingratitudine del padrone che credendola morta voleva liberarsene gettandola nel fiume come se nulla fosse. Le versioni storiche possono avere morali più sfumate o ambigue. Potrebbero riflettere temi più profondi come la manipolazione, il potere e la corruzione.

Il Lato Oscuro de “La Bella Addormentata nel Bosco”

Nella versione di Basile, “La bella addormentata nel bosco” si chiama “Sole, Luna e Talia“. La giovane Talia, figlia di un re è vittima di un incantesimo per essersi punta il dito con un fuso maledetto. La giovane rimane addormentata nel bosco ma non sarà il bacio di un principe a svegliarla. Il principe nella versione originale, trova Talia nel bosco e decide di violentarla. Nove mesi dopo la ragazza partorirà due bambini, Sole e Luna e saranno delle fate a prendersi cura di loro. Durante l’allattamento uno dei bambini per sbaglio succhia la scheggia avvelenata dal dito e Talia si risveglia senza sapere come e perché si trovi in quella situazione. Il principe mosso dai suoi impulsi torna nel bosco ma Talia lo aspetta sveglia stavolta e al suo arrivo le racconta l’accaduto. La reazione di Talia fu concedersi volutamente e nuovamente all uomo.

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